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Youcanprint Edizioni - 2021 140 pagine
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Finalmente
un dizionario che spiega - in modo MOLTO SEMPLICE - il significato dei vari
prefissi, suffissi, affissi, desinenze, prefissoidi e suffissoidi che
compongono le parole della nostra musicalissima lingua (ognuna di esse,
infatti, potrebbe essere considerata come un agglomerato di
"frammenti" di altre parole). Un
testo che si presenta quasi come un affascinante viaggio alla ricerca della
loro comprensione. Utilissimo
per chiunque abbia necessità di capire appieno, di memorizzare, di
riconoscere e di dedurre velocemente ogni parola "sconosciuta o
difficile" che può incontrare nei suoi materiali di studio. Ecco uno stralcio tratto
dalla nota introduttiva: FORMAZIONE DELLE PAROLE - La
stragrande maggioranza delle nostre parole è composta da almeno due parti: la
radice e la desinenza. La radice è la base da cui
nascono tutte le parole di una stessa famiglia, è l’essenza di tale parola. Ad esempio, dalla radice giust (il cui
etimo è il latino iustus)
nascono giusto, ingiusto, giustizia, giustiziere, giustamente, ecc. La desinenza (dal latino desinere =
parte terminale) è quella lettera o sillaba che ci indica il genere (se è
maschile o femminile) e il numero (se è singolare o plurale). Ad esempio: giust-o,
giust-a, giust-i, giust-e. A queste due parti se ne possono
aggiungere altre tre: prefisso, suffisso e interfisso. Sono "frammenti" che hanno il compito di
modificare la parola, a volte conferendole una semplice sfumatura di
significato, a volte modificandolo totalmente. Prefisso
- Significa "fissato prima" della radice. Ad esempio, in- + giust
= ingiust. E quindi, aggiungendo una desinenza,
abbiamo ingiust-o, ingiust-a,
ecc. Suffisso
- Significa "fissato dopo" la radice. Ad esempio, giust
+ -izi- = giustizi. E quindi, aggiungendo una
desinenza, abbiamo giu-stizi-a
e giustizi-e. Interfisso - Significa "fissato nel
mezzo" della parola, tra la radice e il suffisso. È spesso detto anche -
impropriamente - infisso, il cui
significato corretto è “fissato nel mezzo della radice”. Uso assente nella
lingua italiana, ma presente in tante altre (latino, greco, inglese, ecc.). Ad esempio, limon
+ -c- + ell = limoncell.
E quindi, aggiungendo una desinenza, abbiamo limon-c-ell-o e limon-c-ell-i. Fra i più utilizzati ci sono: -c- → limon-c-ello; -ic- →
cuor-ic-ino; -icc- →
libr-icc-ino; -ol- →
sass-ol-ino. Fra questi vari
"fissi", quelli più utilizzati sono i suffissi. Grazie ad alcuni di essi otteniamo i nomi alterati:
diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi e dispregiativi. Diminutivi - Si usano per indicare ciò che noi
(secondo i nostri gusti, la nostra cultura, le nostre esperienze, ecc.)
riteniamo piccolo: -ino → libr-ino. Accrescitivi - Si usano per indicare ciò che noi
(secondo i nostri gusti, la nostra cultura, le nostre esperienze, ecc.)
riteniamo grande: -one → libr-one. Vezzeggiativi - Si usano per indicare ciò in cui
vediamo pregi, che riteniamo carino, simpatico, che amiamo o che in generale
ci piace: -etto → libr-etto. Dispregiativi - Si usano per indicare ciò in cui
vediamo difetti, che riteniamo brutto, antipatico, che disprezziamo o che in
generale non ci piace: -accio → libr-accio. Diversi suffissi si prestano ad
essere usati anche uniti ad altri, formando quindi dei doppi suffissi (e
ironicamente anche tripli). Esempi di doppi suffissi: -accio + -one = uomo → om-accio →
om-acci-one; -ella + -accia = gonna → gonn-ella → gonn-ell-accia; -otto + -ino = lepre → lepr-otto → lepr-ott-ino; -ino + -etto = tavolo → tavol-ino → tavol-in-etto. Esempio di tripli suffissi: ino + -etto + -accio
= tavolo → tavol-ino → tavol-in-etto → tavol-in-ett-accio. Stessa cosa accade anche con
doppi prefissi. Esempi di doppi prefissi: dis- + in- + amore = dis-inn-amorarsi; in- + ad- + empiere = in-ad-empienza. PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI - Il
suffisso -oide
significa simile a, quindi i prefissoidi e i suffissoidi non sono dei veri e
propri prefissi e suffissi (come quelli visti in precedenza, cioè sillabe che
si aggiungono a una parola per conferirle un significato diverso), ma parole
che in greco o in latino avevano un senso compiuto e che in italiano
utilizziamo con la funzione di prefisso o di suffisso. Esempi di prefissoidi: anti- + pasto = antipasto (prima del
pasto); tele- + visione = televisione (visione
da lontano). Esempi di suffissoidi: bene + -fico = benefico (che fa bene); femmina + -cida
= femminicida (che uccide una femmina, una donna). PAROLE COMPOSTE - Infine, un ulteriore
modo per creare nuovi termini consiste nell’unire fra loro due parole (o
anche "frammenti" di parole) che in italiano hanno senso compiuto: pesce + cane = pescecane; guasta + feste = guastafeste; sotto + scala = sottoscala. Ed ecco alcuni esempi: -àio [dal latino -arium]. 1. (forma nomi di
luoghi, ambienti) Formic-aio:
luogo in cui ci sono le formiche. 2. (indica attitudine) Parol-aio: che parla molto (e fa pochi fatti). 3. (forma nomi di
mestieri) Pecor-aio: che bada alle pecore. brachi-
[dal greco brachys
= breve, corto]. Brachi-cefalia: testa corta. Caratteristica di chi ha il
cranio di forma larga e corta. -cefalia [vedi cefalo-]. Brachi-cefalia:
testa corta. Caratteristica di chi ha il cranio di forma larga e corta. -cida [vedi -cìdere1 = che uccide]. Vermi-cida: che uccide i vermi. Sostanza che elimina i
vermi parassiti dell'intestino. cimo-
[dal greco kyma
= onda]. Cimo-trico:
che ha i capelli ondulati. Ad esempio, le popolazioni
europee. -ectomia
[dal greco ektomè
= resezione]. (asportazione) Tonsill-ectomia:
asportazione delle tonsille. -fagia [dal greco phaghein = mangiare]. Aero-fagia:
mangiare aria. Disturbo nervoso consistente nell'ingerire aria durante la
deglutizione. ìstera-
[dal greco hystéra
= utero]. 1. Ister-ectomia: asportazione dell'utero. 2.
(disturbo mentale) Ister-ia:
problemi all'utero. Secondo Ippocrate (padre della medicina) l'equilibrio di
una persona era determinato dall'equilibrio dei liquidi nel suo corpo.
Pensando che l'utero fosse un organo asciutto che necessitava di essere
continuamente umidificato, suppose che i disturbi mentali delle donne fossero
dovuti alla carenza di rapporti sessuali. odino-
[dal greco odýne,
dolore]. Odino-fagia:
mangiare il dolore. Deglutizione dolorosa, principalmente dovuta a infiammazioni
alla faringe. pest- [dall'inglese pest = peste, organismo dannoso]. Pesti-cida: (sostanza) che uccide la peste,
gli organismi dannosi. re-1 [dal latino re-].
1. (indica ripetizione) Re-iterare:
iterare nuovamente. Ripetere più volte la stessa cosa. 2. (indica movimenti
in senso contrario) Re-agire: agire
in risposta a qualcosa. 3. (rendere) Re-frigerare: rendere freddo. 4. (dà valore intensivo) Re-ticente:
che tace, che si trattiene dal dire. trico-
[dal greco trikhòs
= pelo, capello]. Trico-logia: studio dei capelli. Ramo della
medicina che si occupa della cura dei capelli. Enzo Carro - Tel.
339/1918246 info@enzocarro.it
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